Carne tritata Fonte Rainews24.it |
Perché in questo caso si
parla di frode?
Per diversi motivi:
- In primo luogo, il consumatore deve sapere cosa sta acquistando, ed il
fatto che un prodotto che dovrebbe essere inserito in etichetta non è
evidenziato, è di per se un’azione non corretta nei confronti del consumatore.
Oltre a ciò, è importante evidenziare che tale scandalo ha avuto una grande
cassa di risonanza soprattutto perché i cittadini del Regno Unito non mangiano generalmente
carni equine, considerando, per questioni culturali, il cavallo non
propriamente un alimento;
- In secondo luogo, la frode si configura nel fatto che la carne equina
utilizzata è quella non destinata al consumo umano, difatti l’anagrafe equina impone alla nascita la
destinazione del cavallo in animali “destinati alla produzione di alimenti”
(DPA) o non DPA, nel caso di cavalli da equitazione o da lavoro. Nei casi
evidenziati non erano animali classificati per la produzione di alimenti.
Ma dal punto di vista
alimentare la carne equina non è considerata di pregio, e pertanto non dovrebbe
costare di più?
Non è esattamente così, difatti la carne di cavallo attualmente presenta
prezzi più bassi rispetto alla carne di bovino, questo è dovuto all'aumento dei
costi per la gestione della tracciabilità e allincremento degli scarti in fase di
macellazione, in seguito alle norme per contrastare la diffusione della BSE.
Oltre a ciò, come si diceva in precedenza ad essere utilizzati sono
soprattutto carni non-DPA provenienti da animali corsa, perché i cavallo può
correre fino a 7 anni di età, ma fino ai 20 anni occorre accudirli con ingenti
spese che, in questo periodo di crisi, sono insostenibili. Pertanto la
macellazione potrebbe divenire un’opportunità per ridurre questi costi.
In Italia ai cavalli non-DPA da corsa, oltre ad un passaporto, viene
inserito un chip nel corpo che ne permette il riconoscimento, pertanto l’unica
macellazione possibile è quella clandestina, in macelli di Stati Europei
compiacenti.
Ma fa male?
Dal punto di vista della salute, il problema, ovviamente, non è nella
carne equina di per se, ma per il fatto che tali carni possono subire non
adeguati processi di macellazione, essendo processate in macelli clandestini, e
divenire fonte per la diffusione di tossinfezioni alimentari o zoonosi. Però il
rischio della diffusione di tali malattie è quasi nullo in quanto queste carni
vengono usate per preparati che subiscono opportuni processi di cottura.
Allora qual è il
problema? La preoccupazione maggiore non sta nelle contaminazioni biologiche, che
vengono controllate dal calore, ma nella possibilità di contaminazione
chimiche, infatti queste carni possono contenere farmaci utilizzati per la cura
dei cavalli da corsa. Per tale motivo l’agenzia europea dei farmaci (EMA) e
quella per la sicurezza alimentare (EFSA)stanno effettuando dei controlli per
valutare congiuntamente, entro il 15 aprile, i rischi per la salute umana,
cercando di rilavare nella carne di cavallo dei residui di fenilbutazone, un
potente farmaco anti-infiammatorio.
Questo può provocare disordini del sangue,
anemia plastica e, secondo alcuni veterinari, persino il cancro. Dal 2003 la
sua distribuzione per uso umano è stata ufficialmente proibita dalla americana
Food and Drug Administration (Fda). «Al momento», ha tranquillizzato il
ministero della salute, «nei 109 campioni finora analizzati nell'ambito del
piano di monitoraggio, non è stata rilevata alcuna traccia di fenilbutazone.
Quale soluzione?
Ovviamente in un libero mercato ognuno deve fare la sua parte. L’Unione
Europea e i singoli Stati devono garantire la sicurezza alimentare,
intensificando i controlli e proponendo sistemi più efficaci di tracciabilità
in grado di fornire tutte le rassicurazioni possibili al consumatore.
Sitografia e link utili:
EFSA
Unione Europea - "Etichette più chiare consumatori più informati"
adnkronos.com - "DNA equino in alcuni ragù Star"
Rainews24.it
Aulascienze Zanichelli
Lettera43.it
Lettera43.it
Coldiretti.it
Italiatour360.it
La Stampa.it
Ilsussidiario.net
Ilsole24ore.com
CNN.com
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